L’Italia dei vini è un pianeta che va scoperto di giorno in giorno. Benché mi occupi di vino e cibi da oltre cinquant’anni, come succede per il sapere, tantissime realtà vitivinicole – vecchie e nuove – non le conosco. Ringrazio quindi amici e colleghi che di volta in volta mi informano sull’argomento, come nel caso dell’amica e collega Alessandra Rachini, di cui potete leggere il suo messaggio inviatomi ieri.
Ciao Virgilio,
Dalla mia semi-clausura vorrei mandarti un saluto e sapere se va tutto bene. Durante questo momento di stallo abbiamo naturalmente sospeso ogni attività che possa mettere a repentaglio la salute, ma cerchiamo lo stesso di organizzare il nostro lavoro per trovare delle soluzioni alternative.
Vorrei parlarti di un’azienda siciliana che spero potrà suscitare la tua curiosità.
L’azienda si chiama Assuli, proprietà della famiglia Caruso e si trova tra Mazara del Vallo e Trapani. E’ molto bella e comprende un antico baglio del ‘700 completamente ristrutturato.
Giacomo Caruso, il capostipite della famiglia, fonda nel 1948 la Sicilmarmi e scopre una nuova varietà di marmo, il “Perlato di Sicilia”. Oggi la Sicilmarmi è un grande gruppo internazionale che esporta marmo in tutto il mondo.
Roberto, Nicoletta e Michele Caruso, siciliani DOC, sono la terza generazione della famiglia e seguono l’azienda vinicola secondo i dettami della agricoltura biologica.
Ad Assuli stanno portando avanti un progetto per la valorizzazione della biodiversità della vite in Sicilia, recuperando antiche varietà autoctone che erano quasi estinte: i vitigni “reliquia” .
La cantina si estende su una superficie di 10 000 mq, i pavimenti in marmo superano i 3500 mq e quelli in pietra tufacea i 1500 mq, per un investimento complessivo di 15 milioni di Euro ed è costruita seguendo le moderne acquisizioni per abbattere l’impatto ambientale.
Spero di averti incuriosito, se così fosse, chiedimi pure qualsiasi approfondimento.
Contrada Carcitella (Mazara del Vallo, provincia di Trapani) segna la storia di Baglio Assuli, un’azienda che scrive un capitolo importante nella tradizione della viticoltura di un’isola solare e meravigliosa. Storie di vendemmia, di vitigni autoctoni e di vignaioli che li valorizzano.
Roberto Caruso, titolare di Assuli, è un siciliano DOC, ama la sua terra ed ha una tradizione che lo lega da generazioni all’agricoltura e alla campagna. In anni di crescita continua, grazie alla passione, all’entusiasmo e al duro lavoro, ha raggiunto molti traguardi e soddisfazioni, sia a livello professionale che personale.
La vocazione imprenditoriale è componente determinante del DNA di famiglia. Il Cav. Lav. Giacomo Caruso, padre di Roberto, fonda nel 1948, la Perlato di Sicilia e scopre una nuova varietà di marmo, il “Perlato di Sicilia”. La richiesta diventa tale, da consentire l’acquisto di nuove cave e l’ampliamento dell’attività. Grazie al successo e all’enorme contributo all’economia della sua terra, Giacomo Caruso è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.
La famiglia Caruso nel tempo ha sempre mantenuto un forte legame con la “campagna” e in particolar modo con la vigna, ampliando i propri appezzamenti oggi coltivati rispettando i migliori canoni per ottenere dei vini che rispecchiano la cultura e la tradizione familiare. Oggi Roberto Caruso si impegna tramite Assuli a consolidare gli sforzi profusi nel tempo, trasformando in bottiglia un antico sapere che si traduce in un vino di assoluta genuinità e dall’inconfondibile carattere. «Assuli è la continuazione di un percorso che ha radici profonde. La cantina, i vigneti, i terreni, le vigne, il personale ed i nostri consulenti esprimono la continuità di uno stretto legame con il territorio, la presenza e l’impegno della mia famiglia, che è parte attiva e fondamentale nella conduzione dell’attività, introduce, tutta l’esperienza dei Caruso nel mondo dell’agricoltura e del vino, a partire dai miei nonni che iniziarono ad accendere in me la passione per il vino che ho voluto proseguire» spiega il Dott. Roberto Caruso, titolare.
E continua «Orgogliosamente promotrice dei vitigni autoctoni e del suoi territori, ciò che ci proietta nel futuro sono gli elementi di identità, autorevolezza ed i nuovi importanti investimenti in termini di ricerca enologica, ampliamento ricettivo, sostenibilità».
Per onorare la storia della famiglia, Roberto Caruso ha deciso di realizzare la cantina con il protagonista indiscusso dei marmi siciliani, il Perlato di Sicilia, utilizzando proprio il materiale di cui il Cav. Lav. Giacomo Caruso intuì le potenzialità.
Il percorso di ricerca dell’eccellenza intrapreso da tempo e che ha portato buoni riconoscimenti è fedele nella sostanza alla valorizzazione dei vini monocultivar da uve autoctone con grande attenzione al Nero D’Avola ed al Grillo, tra tutti. La scelta di coltivazione biologica sottolinea ulteriormente la scelta di perseguire un modello di sviluppo sostenibile, basato sui principi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse e sul rispetto dell’ambiente e della salute.
Un’altra carta vincente è la scelta dei nomi dei vini, sicuramente attenzionale e dotata di originalità. Ciascuno infatti rappresenta un personaggio dell’Orlando Furioso e racchiude un viaggio ai limiti dell’immaginazione, epico e irripetibile, ricca di molteplici connessioni con l’arte e con la letteratura siciliana. Spazio quindi ai valori che essi esprimono: il tema dell’amore con Donna Angelica ed Orlando, soggiogati dalla passione e dalla sua forza; il tema della guerra, con Ruggiero che combatte per mostrarsi forte e valoroso; il tema dell’individualismo con Dardinello che agisce per istinto e senza dare motivazioni.
Così come i personaggi di Ariosto sono protagonisti in un’opera polifonica, allo stesso modo i nostri vini sono capaci di mostrarsi al pubblico attraverso un intreccio di sapori, profumi, esperienze e tradizioni per tracciare la storia del vino siciliano nel mondo.
Autore: Virgilio Pronzati
Fonte: Enocibario