Il Perricone è una chicca tra i vitigni siciliani, Assuli presenta in anteprima un vino che affonda pienamente le radici nel background siciliano. Una nuova interpretazione di Assuli per questo vitigno, che si affianca all’espressione di Furioso, il primo Perricone in purezza prodotto dalla Cantina affinato 12 mesi in botte grande di rovere, e il recente Fiordispina, in versione rosè, Assuli scommette ancora su questo autoctono. Nasce così Arcodace, un altro Perricone in purezza affinato interamente in contenitori di acciaio per 4-5 mesi.
Un rosso che sorprende per vivacità. Complesso ed elegante, una piccola produzione di pregio, frutto della vendemmia 2021, ottenuta da una accurata selezione di uve dalla Tenuta di Carcitella, nel cuore della Sicilia nord-occidentale (65 ettari, 120/150 m. sul livello del mare), nel territorio di Mazara del Vallo (TP). Il terreno è di medio impasto, ricco in calcare e scheletro dalla buona dotazione minerale. L’attenta selezione in vigna e cantina, la vinificazione in acciaio permette di esaltare la personalità unica che questo vitigno riesce ad esprimere nel più ampio degli appezzamenti Assuli.
Una nuova interpretazione quindi per un vitigno reliquia, coltivato nella Sicilia occidentale da tempo immemorabile, oggi recuperato grazie ad un lavoro pluridecennale. Il periodo aureo del Perricone si individua sul finire dell’’800 quando è entrato nel novero dei vini del Marsala Rubino perché donava eleganza e profumi. All’inizio del Novecento era una delle varietà più diffuse nel territorio di Palermo e Trapani. Il suo declino iniziò con l’invasione della fillossera che ne distrusse praticamente la coltivazione, e la graduale sostituzione con altre varietà per la produzione del Marsala. La coltivazione qualitativa del Perricone è iniziata alcuni anni fa, quando, con il rinascimento della Sicilia enologica si è dato slancio ai vitigni reliquia ed il Perricone è stato eletto come una delle varietà icona di una rinnovata personalità della viticoltura isolana. Un vitigno che rispecchia quindi fedelmente le specificità pedoclimatiche delle zone in cui è impiantato e può essere a buon diritto considerato oggi piena espressione della tradizione viticola siciliana. Il suo carattere si manifesta con espressioni di notevole eleganza; il microclima favorisce la complessità aromatica delle uve e la concentrazione di sentori intensi ma di assoluta finezza. Una curiosità: il suo sinonimo ‘Pignatello’ deriva dalle “pignatidare”, le terre rosse alluminose del trapanese, così chiamate per l’uso nella fabbricazione di pentole di terracotta.
L’enologo Lorenzo Landi lo racconta così: “Arcodace è un vino dal bouquet complesso, dove troviamo note di mora, pepe, spezie fresche e liquirizia, esprime in modo particolare l’eleganza e la freschezza del tannino, il frutto è vivace. Riconferma energicamente al palato le note speziate e la liquirizia. Ottimo con formaggi semi stagionati, affettati, ragù di pesce, tonno rosso, arrosti di carne bianca anche speziati”.
“Con Arcodace Assuli celebra ancora il proprio legame con il territorio” – afferma Roberto Caruso, Presidente di Assuli – “La Sicilia si rivela nel calice con una triade 100% Perricone: ecco Furioso, Arcodace e il rosato Fiordispina”.
Il nome Arcodace rievoca, come tutte le etichette Assuli, l’Orlando Furioso, il celebre poema scritto da Ludovico Ariosto. Proprio là un bosco di alberi foltissimo, con colline e vallate in perfetto equilibrio su tre diversi versanti, avvolto da quella pallida aura di mistero, vi è Arcodace. Un luogo magico, che fa sognare e fantasticare i poeti, gli amanti, di tutte le epoche. Nelle pagine della storia Assuli, Arcodace non è altro che il rovescio speculare della terra, dove si raduna tutto ciò che viene perduto sul pianeta dei mortali, l’orizzonte a cui si giunge sulle ali della fantasia, ove si intrecciano i racconti dei Paladini che incontrano talvolta il peccato o la redenzione, combattono il nemico o cercano la donna amata. Una radura magica, piena di gnomi, fate, folletti ed elfi, dove la meraviglia di dischiude e l’emozione si accende.
Oltre a fregiarsi della denominazione DOC Sicilia, è integralmente prodotto attraverso una viticoltura biologica certificata.